Somministrazione: occupazione in forte aumento, ma ci sono due rischi

93mila contratti di somministrazione in più rispetto al 2020, ma ci sono due preoccupazioni all'orizzonte

Oltre 525mila contratti di somministrazione nel 2021, 93mila contratti in più rispetto al 2020, un aumento sostanziale che fa ben sperare dopo la crisi che tanti settori hanno subito a causa della pandemia. Eppure, ci sono due rischi all’orizzonte che preoccupano le imprese nonostante il trend in ascesa. A lanciare l’allarme sono state proprio le società di somministrazione.

Lavoratori in somministrazione: tutti i numeri

Il mercato del lavoro somministrato ha reagito bene alla battuta d’arresto subita a causa della pandemia di Covid. Nel 2021 sono stati più di 525mila i contratti stipulati, con un aumento di 93mila unità rispetto all’anno precedente. Secondo l’ultimo bollettino di Ebitemp (Ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo), il monte retributivo dei lavoratori in somministrazione è cresciuto del 25,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo è il risultato dell’aumento dei lavoratori a tempo determinato (+35%) e di quelli a tempo indeterminato (+6,9%). I posti di lavoro mostrano quindi una crescita del 21,4% su base annua (+26,1% per i lavoratori a tempo determinato e + 6,1% per i lavoratori a tempo indeterminato). Questo trend si sviluppa in parallelo a quello della produttività. A novembre 2021 si è registrato un aumento tendenziale di ore per lavoratore pari al 2% rispetto al novembre 2020.

I rischi

Nonostante i dati favorevoli del lavoro in somministrazione, ci sono due rischi a cui si va incontro almeno per i contratti a termine. Il primo riguarda le causali per proroghe e rinnovi, eliminate nel periodo dell’emergenza grazie a deroghe, scadute però alla fine del 2021. Il secondo è legato alla conversione in legge del Dl 146/2021: la possibilità di mandare in missione a tempo determinato i lavoratori assunti dalle agenzie a tempo indeterminato per periodi superiori a 24 mesi, anche non continuativi, resterà in vigore solo fino al 30 settembre 2022. 

Il parere del presidente di Assolavoro

Secondo Alessandro Ramazza, Presidente di Assolavoro (Associazione Nazionale di Categoria delle Agenzie per il Lavoro), l’emendamento approvato dopo la conversione in legge del Dl 146/2021 è sbagliato per diversi motivi: “Il primo è che mette a rischio oltre 100mila lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro senza che vi sia un beneficio per nessuno; il secondo sta nelle motivazioni che collegherebbero questo emendamento che al cosiddetto decreto “dignità”. […] Questo emendamento apre il rischio di un turn over anche per chi ha un contratto a tempo indeterminato”, ha detto ai microfoni de Il Sole 24 Ore.

Anche Luca Peluso, Giuslavorista, socio AGI e Partner Sole 24ore, nel corso del Webinar organizzato da Generazione Vincente S.p.A. e svoltosi lo scorso 20 gennaio 2022, ha dimostrato la non applicabilità dell’emendamento nel quadro normativo di riferimento. Per rivedere il suo intervento, clicca qui. 

Autore

Federica Barbi
Federica Barbi 157 posts

Laureata in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli, Giornalista e Social Media Manager. "Gioco" con le parole da tutta la vita. Ogni giorno provo ad usarle con armonia: “La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri”

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