Riforma pensioni: dal 2023 via a 64 anni e con taglio del 3%
Il Governo apre alla flessibilità in uscita ma chiede il ricalcolo contributivo
Riforma pensioni: il Governo apre alla flessibilità in uscita
La riforma delle pensioni permetterà di lasciare il lavoro molto prima dei 67 anni. Il Governo ha aperto alla flessibilità in uscita, condividendo la richiesta dei sindacati di superare il requisito dei 67 anni previsto dalla Legge Fornero. Ad una condizione: il ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici. Vediamo nello specifico gli ultimi sviluppi.
Riforma pensioni news: dal 2023 via a 64 anni
Il Governo si è mostrato disponibile sulla questione della pensione anticipata, ma ha già presentato una contro-proposta ai sindacati, ossia ricalcolare l’assegno col metodo contributivo per rendere sostenibile la flessibilità in uscita e non impattarla sui conti pubblici. Il punto di mediazione sarebbe: dal 2023 pensione anticipata a 64 anni con almeno 20 di contributi e una penalizzazione al massimo del 3% per ogni anno di anticipo, a patto che la pensione spettante non sia troppo bassa ma superiore all’assegno sociale di un certo numero di volte.
Per mantenere la sostenibilità pensionistica, sarà fondamentale intervenire su quattro ambiti: l’età di pensionamento, l’invecchiamento attivo dei lavoratori, la prevenzione e le politiche attive del lavoro, da realizzare di pari passo con la formazione professionale.
Flessibilità pensioni: le proposte rifiutate dal Governo
Il Governo ha detto sì alla flessibilità, ma no ad altre due ipotesi: pensioni già a partire dai 62 anni per tutti o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Ma ha aperto anche alla cumulabilità tra pensione povera e assegno sociale.
Ultime notizie pensioni: cosa succede a chi va in pensione nel 2022?
L’uscita attuale anticipata di Quota 102 (64 anni e 38 di contributi) scade il prossimo 31 dicembre. Dal primo gennaio 2023 si applicherebbe solo la legge Fornero con uscita a 67 anni. Ma il Governo ha in programma di rivedere quella legge e inserire il nuovo assetto nel prossimo Def (Documento economia e finanza) di marzo.
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