Durante la cassa integrazione i lavoratori hanno diritto di chiedere le ferie?
Durante la cassa integrazione, per chiusura dell’azienda, i lavoratori hanno diritto a chiedere le ferie?
L’esercizio del diritto sembra non esserci in caso di sospensione totale dell’attività lavorativa, ovvero nell’ipotesi di CIG a zero ore, in quanto non sussiste il presupposto della necessità di recuperare le energie psico-fisiche cui è preordinato il diritto alle ferie. Detto diritto potrà essere posticipato al momento della cessazione dell’evento sospensivo, coincidente con la ripresa dell’attività produttiva. (Min. Lavoro interpello n. 19/2011).
Di seguito un estratto dall’interpello n. 19/2011 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
[…] Nello specifico, in caso di sospensione totale dell’attività lavorativa, ovvero nell’ipotesi di CIG a zero ore, non sembra sussistere il presupposto della necessità di recuperare le energie psicofisiche cui è preordinato il diritto alle ferie. Si può sostenere, pertanto, in risposta ai primi due quesiti avanzati, che l’esercizio del diritto in questione, sia con riferimento alle ferie già maturate sia riguardo a quelle infra – annuali in corso di maturazione, possa essere posticipato al momento della cessazione dell’evento sospensivo coincidente con la ripresa dell’attività produttiva. Tale soluzione appare in linea con le ipotesi derogatorie richiamate dalla circolare menzionata, in quanto nella fattispecie concreta si riscontri l’effettiva sussistenza delle esigenze aziendali richieste espressamente dall’art. 2109 c.c. Si ritiene, altresì, che le suddette necessità imprenditoriali potrebbero non giustificare, invece, un eventuale differimento di concessione delle ferie, residue ed infra-annuali, nelle ipotesi di CIG parziale. Ciò in quanto, in tali circostanze, deve comunque essere garantito al lavoratore il ristoro psico-fisico correlato all’attività svolta, anche in misura ridotta[…]
Per maggiori informazioni leggi anche:
Il sostegno al reddito da lavoro dipendente e la sospensione dei licenziamenti [E.Massi]
Il sostegno al reddito da lavoro dipendente e la sospensione dei licenziamenti: il punto sulle nuove disposizioni per datori di lavoro e dipendenti
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222 Commenti
barbara
Settembre 12, 13:55Buongiorno,
Le porgo la seguente domanda..
lavoro attualmente in hotel e mi trovo in cassa integrazione,volevo sapere se la mia disponibilità oraria deve essere immediata.
Mi spiego meglio…..una volta esposti i turni settimanali ho l’obbligo di essere disponibile sempre in caso le esigenze di servizio cambino,ed essere obbligata ad accettare senza un mancato preavviso adeguato..?
Grazie in anticipo per la cortese risposta.
Cordialmente saluto
Roberto
Settembre 20, 08:39Nella informativa ai sindacati, fatta dall’azienda prima dela CIG, dovrebbe essere specificato il preavviso che l’azienda deve dare in caso di ripresa anticipata del lavoro dalla cassa integrazione.
bmagri
Settembre 07, 16:34Buonasera,
volevo sapere se è previsto un preavviso che il datore deve dare al dipendente nel caso di proseguimento della cassa integrazione.
mi spiego meglio.
in agosto mi hanno messo in cassa integrazione dal 01/08 al 31/08 .
avrei quindi dovuto riprendere il lavoro il giorno 01/09
proprio nello stesso giorno mi è arrivata una mail (pec) all’indirizzo email del lavoro in cui mi si diceva che veniva prorogata la cig fino al 02/10 compreso.
poi il giorno 02/09 ho ricevuto la stessa comunicazione tramite raccomandata a/r inviata dal datore il giorno 01/09 alle ore 08.34 .
è lecito tutto questo o il datore di lavoro DEVE avvisare qualche giorno prima?
Roberto
Settembre 08, 08:24Normalmente queste comunicazioni vengono fornite previamente ai sindacati (RSA-RSU o territoriali). E’ , comunque, buona norma avvertire il lavoratore con congruo anticipo.
Vale2909
Settembre 02, 19:52Buonasera,
sono in cassa integrazione Covid da Aprile 2020 e ai prmi di Agosto ho terminato le 9+9 settimane.
L’azienda ha chiuso per ferie (ferie collettive) dal 3 al 25 agosto.
Oggi sono stato informato che a seguito del decreto di Agosto l’azienda ha prorogato la mia cassa integrazione, includendovi le 3 settimane di chiusura aziendale.
E’ una procedure corretta?
Mi sembra esista una circolare INPS che cita:
“In caso di chiusura dell’azienda per ferie collettive nessun lavoratore potrà beneficiare del trattamento di Cig, anche quando il singolo lavoratore abbia già usufruito delle ferie maturate e non abbia giorni di ferie sufficienti per la durata di chiusura (Circolare Inps 53416 del 12.7.57)”
E valida anche nel caso di CIG in deroga?
Grazie mille
Roberto
Settembre 03, 11:26Alla data di avvio delle ferie non era ancora vigente il decreto Agosto, per ciu l’azienda, probabilmente, ha individuato nelle ferie, l’unica strada possibile. Una volta a conoscenza della possibilità di utilizzare altre settimane di Cassa integrazione, ha deciso di switchare le settimane da ferie a CIG. Ritengo che sia un atteggiamento compatibile con le possibili attività dell’impresa.
Vale2909
Settembre 03, 12:11Ma la circolare INPS sembra molto chiara e categorica in merito all’impossibilità di beneficiare di CIG durante le ferie collettive, o sbaglio?
Roberto
Settembre 03, 12:28In un periodo ordinario e non emergenziale, Le darei ragione. Nella situazione attuale, ritengo che si possa procedere in tal senso, anche perchè la normativa che ha permesso la fruizione di ulteriore CIG è entrata in vigore solo il 15 agosto. Tenga comunque presente che i giorni di ferie non saranno persi ma solo prorogati ad altro periodo. Comunque, provi a sentire direttamente l’INPS per valutare eventuali violazioni in merito.
Ric
Ottobre 01, 13:02Buongiorno,Io lavoro su tre turni,2 mattine,2 pomeriggi e 2 notti,a ciclo continuo..
Da lunedì,ci hanno messo in cassa integrazione,solamente per quanto riguarda le 2 notti. Vorrei sapere se io sono obbligato,nel caso me lo chiedano,a venire a lavorare,però nn facendo il mio turno,cioè le notti,bensì una qualsiasi altro turno (che sia mattina,pomeriggio,oppure il centrale )
Roberto
Ottobre 02, 18:04In linea di massima non vedo motivi per non aderire alla richiesta.
Fede
Settembre 02, 11:38Buongiorno, sono un impiegato 6° livello CCNL Metalmeccanica industria assunto a tempo pieno e indeterminato da oltre 10 anni in un’azienda di circa 35 dipendenti con la qualifica di Responsabile programmazione produzione. L’azienda ha usufruito di tutte le settimane di cassa integrazione ordinaria covid-19 a zero ore a partire dalla fine di marzo. Dopo le ferie forzate impostemi per 5 settimane al termine delle prime 18 settimane, a partire da fine luglio, ora è stata ripresa la nuova cigo covid dal 31/8 per 16 settimane. È da prima dell’inizio della cigo di marzo che non mi hanno fatto mai rientrare, nemmeno per 1 ora (prima che iniziasse la cigo ero già stato messo in ferie forzate da un paio di settimane), e come me altre 5 persone (di diversi livelli e mansioni, dal responsabile produzione alla centralinista). Il resto del personale (più dell’80% dei dipendenti) invece ha lavorato continuativamente, chi più (senza mai fermarsi) chi meno (a chiamata), facendo solo 2 settimane di ferie ad agosto. In pratica, solo in 6 stiamo subendo un grande danno economico, oltre un grande stress psicologico perché non veniamo mai contattati se non con le mail con cui ci comunicano le ferie forzate o la ripresa della cigo.. Non ci sono accordi sindacali scritti con cui vengono stabiliti dei criteri di rotazione del personale, ma le chiedo se comunque questo comportamento della direzione aziendale sia legittimo e non discriminatorio, e come ci dobbiamo comportare (anche perché, purtroppo, a questo punto temiamo il licenziamento al termine di queste ulteriori 16 settimane di cigo). Ringrazio anticipatamente per la risposta.
Roberto
Settembre 03, 11:22L’azienda, qualora non proceda con una rotazione dei lavoratori, deve informare i sindacati sulle motivazioni che hanno portato a procedere in tal senso. Richieda l’intervento dei sindacati e qualora la risposta sia negativa, faccia denuncia all’INPS.
Fede
Settembre 04, 12:44Ringrazio per la risposta. Da quel che so, l’RSU aziendale ha “chiesto” al direttore generale se in queste ulteriori 16 settimane di cigo “possono” fare la rotazione (visto che, nelle 18 settimane precedenti, alla stessa domanda avevano ricevuto come risposta dall’azienda “faremo il possibile”, ma poi non è stata fatta), e la risposta è stata identica (“vedremo/ faremo il possibile”). In pratica, i sindacati non si sono imputati a chiederla, ma lo chiedono come se fosse un favore e non un diritto. perché dicono che essendo cassa integrazione ordinaria (e non straordinaria) l’azienda non è obbligata a fare la rotazione, ma può chiamare a lavorare chi vuole, senza dover spiegare nulla, ne è tenuta a far vedere le timbrature dei dipendenti per far controllare ai sindacati chi/ quanti dipendenti effettivamente stanno lavorando. Inoltre i sindacati dicono che aspettano che la ditta depositi la richiesta di cigo (non si sa quando) per poter eventualmente agire e chiedere la rotazione.. e nel frattempo la prima delle nuove 16 settimane è passata senza che nessuno di noi soliti 6 sia rientrato..
Roberto
Settembre 08, 08:38Nella consultazione sindacale il datore di lavoro deve indicare “le modalita’ della rotazione tra i lavoratori o le ragioni tecnico-organizzative della mancata adozione di meccanismi di rotazione”. (articolo 24 del decreto legislativo 148/2015).
Fede
Settembre 08, 18:26Ho avuto modo di leggere l’ultimo verbale di consultazione sindacale sottoscritto dalla ditta e dal sindacalista, relativo alle settimane di cigo covid-19 decretate con Dl di agosto (quello di marzo, delle prime 9+9 settimane invece non ho avuto modo di leggerlo): il numero dei dipendenti coinvolti è la totalità dei dipendenti (dirigenti esclusi), c’è scritto che la ditta anticiperà l’integrazione salariale, ma non sono indicati né i criteri di rotazione né i motivi per cui eventualmente non è possibile farla. E, a tutt’oggi, ancora solo sempre noi 6 non siamo mai rientrati, mentre il resto dei dipendenti sì.. L’art.24 D.Lgs. 148/2015 di cui mi parlava sono relative al Capo III “Integrazioni salariali straordinarie”, mentre nel nostro caso si tratta di Cassa integrazione ordinaria covid-19: la firma da parte del sindacalista di tale verbale fa sì che noi discriminati non possiamo fare nulla?
Roberto
Settembre 08, 18:52E’ stata data sempre una intepretazione estensiva all’articolo 24. Provi a sentire l’ispettorato del lavoro.
Fede
Gennaio 08, 08:50Buongiorno, dall’inizio, a marzo, della cassa integrazione covid, mi hanno fatto rientrare finalmente 2 settimane a novembre (dove ho constatato che la mia mansione di responsabile programmazione produzione è stata ripartita tra altri colleghi, e infatti mi hanno chiamato per risolvere una problematica nel sistema informatico che non riuscivano a risolvere) e ora, da metà dicembre, per l’organizzazione e la gestione dell’inventario di magazzino.
A novembre, constatato che il mio lavoro non era più mio e subodorando il licenziamento per soppressione della mansione, cosa che non potrei permettermi perché in famiglia lavoro solo io, ho lanciato al nuovo direttore esecutivo (arrivato in ditta a settembre, e quindi che non sapeva dei miei contributi allo sviluppo aziendale in 13 anni di lavoro in ditta) che sarei stato disposto a rivedere la mia retribuzione per venire incontro all’azienda.
Al rientro di dicembre, mi ha detto che, per rimanere “nel giro”, aveva pensato di affidarmi una mansione attualmente non ricoperta da nessuno in azienda (e comunque di una certa responsabilità, per la quale i miei 40 anni di esperienza nel settore sono sicuramente utili), e ciò avrebbe comportato un taglio retributivo sul totale del 30% (sceso a 25% su mia insistenza). Facendo 4 calcoli, ciò vorrebbe dire avere una retribuzione addirittura inferiore a quella ricevuta 13 anni fa quando sono stato assunto. In pratica, hanno preso la palla al balzo della mia offerta di andare loro incontro ridiscutendo lo stipendio per mettermi il cappio al collo, più che dimezzando il superminimo (dato che paga base e scatti di anzianità non li possono toccare, e nonostante negli ultimi anni avevano comunque utilizzato il mio superminimo assorbibile per compensare gli aumenti da CCNL). Cercherò di ridiscutere la questione, anche se i termini hanno lasciato sottintendere che l’”offerta” non era contrattabile. Inoltre, poiché la situazione aziendale non è per niente florida, anche se accettassi il ricatto, mi è già stato detto che, poiché proseguiranno con la cassa integrazione, non sarebbe detto che lavorerei comunque..
So che fino al 31/3/21 c’è il blocco dei licenziamenti, ma se ho inteso bene, per soppressione della mansione potrebbero licenziare anche prima, quindi, non accettando l’offerta, potrebbero addirittura farlo al termine dell’inventario che sto gestendo.. è corretto? E questo è il ringraziamento di 13 anni di lealtà e per non aver “fatto casini “ nei 9 mesi di cassa integrazione subiti, mesi durante i quali il risparmio sul mio stipendio ha contribuito a far pagare gli stipendi ai colleghi che di cassa integrazione non ne hanno fatta.. Sto cercando di capire come tutelarmi, in caso accettassi il ricatto (temo sarà questa la mia fine, di lavoro non se ne trova in giro), per evitare che stringano ulteriormente il cappio al momento della formalizzazione dell’accordo.. è possibile che la diminuzione retributiva sia limitata nel tempo (ad esempio 6 mesi- 1 anno)? Può darmi suggerimenti, anche su eventuali “clausole” da inserire? Ringrazio infinitamente.
Roberto
Gennaio 10, 21:19No, non è corretto. Il licenziamento dovuto alla soppressione delle mansioni è qualificabile come giustificato motivo oggettivo e come tale è bloccato sino al 31 marzo 2021 (salvo proroghe).
Inoltre, ritengo che sia difficile, per l’azienda, giustificare un licenziamento per soppressione delle mansioni, in quanto le sue mansioni le sta, comunque, facendo qualcun’altro.
Normalmente questi accordi, visto che vengono fatti per esigenze contingenti, prevedono un periodo superato il quale la retribuzione ritorna ad essere quella prevista prima dell’accordo. Quindi Le consiglio di prevedere una riduzione “a tempo”, così da non vedersi ridurre lo stipendio sino alla risoluzione.
Johnny
Settembre 01, 16:07Buonasera signor Roberto,
se in un’azienda edile si è aperto un procedimento di cassa integrazione per il periodo Covid e in questo periodo solo alcuni lavoratori non vengono messi in cassa integrazione in quanto gestiscono dei servizi urgenti ed indifferibili, quindi hanno sempre lavorato e poi in sede di fruizione delle ferie (richieste, approvate e firmate) in busta paga ci si ritrova con la voce cassa integrazione ,al posto di ferie, anche se non è vero, è possibile? Si può tentare un’azione legale?
Attendo la sua cortese risposta in merito.
Grazie
Saluti
Roberto
Settembre 03, 11:20L’utilizzo dell’ammortizzatore sociale esclude l’istituto delle ferie. Intervenga tramite un sindacato per avere evidenza del tipo di voce paga utilizzata. Qualora le venga confermato un uso distorto della CIG, vada all’ispettorato del lavoro a fare denuncia.
Daniela
Agosto 31, 17:30Buonasera, sono un lavoratore dipendente, la mia azienda ha chiuso per ferie per 15 giorni per questo mese di Agosto, adesso ci hanno informato che in quei giorni ci hanno messo in cassa integrazione, Possono farlo? Dovevamo essere almeno avvisati? Grazie per la sua risposta
Roberto
Settembre 01, 13:45Certo, dovrebbero aver inviato una informativa ai sindacati.
kima
Agosto 29, 18:19Buonasera, sono in cassa integrazione dal 10 agosto, me l’hanno comunicato ieri 28 agosto, per 9 + 9 settimane. Visto che nei mesi scorsi sono stata in cassa integrazione ma venivo chiamata ad interromperla a singhiozzo, per cui era diventato un lavoro a chiamata, chiedo: cosa succede se a comunicazione di interruzione mi rifiuto di lavorare? mi possono licenziare? mi andrebbe bene, però chiedo non succede nient’altro? perché questi richiami sono per me estremamente penalizzanti, lavoro come prima però mi ritrovo a percepire metà stipendio quindi preferisco essere licenziata. Grazie
Roberto
Settembre 01, 13:44Occorre un preavviso perchè il datore di lavoro richiami il lavoratore dalla cassa integrazione. Durante la CIG Lei non può lavorare.
Soelelu09*
Agosto 28, 17:49Buonasera, lavoro per un’azienda privata che si occupa di viaggi aziendali, la mia domanda è questa : siamo in cassa integrazione e lavoriamo a turno circa 30 ore al mese, ma se il lavoro aumenta e se per quel giorno non si è in turno ma in CIG, è capitato che il datore di lavoro chiamasse al telefono, anche solo 2 ore prima, e ci chiedesse di collegarci e lavorare. Qualche collega ha sinceramente risposto di non essere a casa in quel momento e di non potersi collegare. Esiste una tempistica con la quale chiamare un dipendente e chiedergli di lavorare? Grazie per la cortese risposta.
Saluti
Elena
Roberto
Settembre 01, 13:42Non c’è una norma di legge che evidenzia il preavviso minimo di richiamo in azienda. Sicuramente è buona norma avere un preavviso di almeno un paio di giorni.
Titty
Agosto 27, 12:49Buongiorno,
l’azienda per la quale lavoro mi ha messo in cassa integrazione in deroga per tutte le settimane previste.
Ad agosto (la cassa integrazione si concludeva il 03.08.2020) l’azienda ha agganciato le ferie per tutto il mese.
A questo punto visto che non mi e’ stato comunicato nulla per il rientro nel suddetto mese, come devo considerarlo? Ferie si,ma con busta paga come solitamente veniva considerato?
Roberto
Settembre 01, 13:38La busta paga è piena qualora non vi siano giornate in cassa integrazione.
Mark
Agosto 25, 08:33Buongiorno, la mia azienda attualmente usufruisce della cassa integrazione con orario ridotto, mi hanno confermato le ferie ma mi hanno detto che quei giorni verranno considerati come cassa integrazione. Ma è normale come cosa? Non dovrebbero visto che le hanno confermate fare usufruire le ferie e pagarle anziché utilizzare la cassa?
Roberto
Agosto 26, 08:54Le giornate di ferie non rientrano nel periodo di cassa integrazione. L’azienda potrebbe aver richiesto la CIG per il periodo feriale, ma, in questo caso, le ferie slittano e non si perdono.