Percorsi STEM in Italia: Divario in Europa e sfide per il futuro
Transizione tecnologica e ambientale: pronti anche senza competenze STEM?
La doppia transizione tecnologica e ambientale, in cui l’Europa si trova attualmente immersa, richiede competenze specifiche per affrontare le sfide di un mondo sempre più digitalizzato e sostenibile. Tuttavia, il report dell’Osservatorio STEM 2024, realizzato dalla Fondazione Deloitte e dal Public Policy Program di Deloitte, evidenzia una realtà preoccupante: solo il 26,6% degli studenti universitari in Europa sceglie percorsi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). L’Italia, con un 24,9%, si colloca al di sotto della media europea, sollevando interrogativi sul futuro delle nostre giovani generazioni e sulla capacità di competere con economie globali come Stati Uniti e Cina, sempre più avanzate in ambiti come intelligenza artificiale, robotica e tecnologie verdi.
Una competizione internazionale a velocità diverse
L’analisi dei dati mostra che in Europa vi sono significative disparità tra i Paesi, con la Germania in testa grazie al 35,8% dei suoi studenti universitari iscritti a corsi STEM, seguita da Finlandia (34,7%) e Grecia (33,5%). Al contrario, in Italia il dato risulta inferiore, seguita da vicino da Francia (25,7%) e Spagna (24,5%). L’Osservatorio segnala che il problema non è solo italiano, ma strutturale a livello europeo. Secondo Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia, “l’Europa deve colmare il divario con Stati Uniti e Cina in settori cruciali come l’intelligenza artificiale e le tecnologie verdi, puntando su un aggiornamento continuo delle competenze STEM“.
Competenze STEM: una risorsa inaccessibile per molte aziende
Il mercato del lavoro conferma la rilevanza delle competenze STEM: una su due aziende in Europa dichiara difficoltà a reperire risorse specializzate in questi settori. Nonostante la domanda crescente, l’offerta rimane limitata, creando un divario che penalizza la competitività europea. Questo fenomeno è ancora più evidente negli Stati Uniti e in Cina, dove l’investimento in formazione e tecnologie avanzate è in continua crescita.
Il divario di genere nei percorsi STEM
Un altro aspetto importante è la disparità di genere nelle iscrizioni ai corsi STEM. Anche se le donne costituiscono la maggioranza degli iscritti all’università (54,8%), la loro rappresentanza nei percorsi STEM rimane bassa, con una media europea del 12,4% tra le studentesse STEM che scelgono l’ambito ICT (Information and Communication Technology). L’ingegneria è il settore STEM più frequentato dagli studenti UE (53,7%), seguita da Scienze naturali, matematica e statistica (26,7%).
In Romania, Estonia e Grecia, la percentuale di donne nei corsi STEM raggiunge i livelli più alti in Europa, mentre l’Italia si attesta sul 9,1%. Nonostante gli sforzi, il percorso per raggiungere la parità è ancora lungo. Un segnale positivo arriva dai corsi di Scienze naturali, matematica e statistica, dove si è raggiunta una quasi parità di genere, con un 50,3% di studentesse.
Perché i giovani scelgono di evitare i percorsi STEM?
La percezione diffusa è che i corsi STEM siano impegnativi, un’opinione condivisa da un giovane su tre secondo il report. Questo, unito a una scarsa promozione e al limitato supporto da parte delle famiglie, può scoraggiare molti potenziali studenti. Tuttavia, chi sceglie un percorso STEM dimostra una maggiore predisposizione alla formazione continua, con il 63% degli occupati STEM che investe costantemente nella propria crescita professionale, contro il 49% dei lavoratori non-STEM.
Il futuro delle competenze STEM in Europa: Quali soluzioni?
Uno degli obiettivi del PNRR è quello di introdurre le discipline cosiddette STEM fin dalla tenera età: coding, laboratori ed altre attività per l’apprendimento delle materie scientifiche approderanno nella scuola dell’infanzia e, qualora già presenti, tali attività verranno potenziate. Dal 4 all’11 febbraio 2024, si è celebrata la Settimana nazionale delle discipline STEM; una calendarizzazione non casuale, dato che l’11 febbraio si celebra la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”.
È recente, infatti, la legge 187/2023 che istituisce dal 4 all’11 febbraio di ogni anno. Lo scopo è quello di sensibilizzare e stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento di tali discipline.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca promuoverà: cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e nei principali musei nazionali della scienza e della tecnica.
Generazione Vincente è attualmente alla ricerca di talenti per diverse posizioni nel settore STEM.
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