Un lavoratore ha raggiunto i 67 anni, posso licenziarlo per raggiunti limiti di età?

Per il pensionamento ordinario di vecchiaia occorrono 67 anni di età ed almeno 20 anni di contribuzione. L’azienda, qualora non voglia proseguire il rapporto di lavoro, può procedere al licenziamento per raggiungimento dell’età pensionabile

Licenziamento per limiti di età

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17589/2015, ha stabilito che, una volta raggiunti i 67 anni e soddisfatti i requisiti contributivi, l’azienda ha facoltà di procedere con il licenziamento per raggiunti limiti di età. Questo tipo di licenziamento si giustifica sulla base dell’ordinaria cessazione del rapporto lavorativo in concomitanza con il raggiungimento dell’età pensionabile.

Tuttavia, è importante notare che il licenziamento non è obbligatorio. Infatti, la legge prevede che il rapporto di lavoro possa essere prolungato oltre i 67 anni, ma solo attraverso un accordo tra le parti.

Prosecuzione del rapporto di lavoro

Se entrambe le parti (datore di lavoro e lavoratore) concordano, è possibile proseguire il rapporto di lavoro anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Questa prosecuzione può avvenire fino al conseguimento del limite massimo di flessibilità previsto per il pensionamento, consentendo al lavoratore di continuare a contribuire.

Il licenziamento per raggiunti limiti di età a 67 anni è possibile, ma non obbligatorio. Spetta all’azienda decidere se interrompere il rapporto o proseguirlo tramite accordo con il lavoratore. Il dialogo tra le parti è fondamentale per determinare se il lavoratore potrà continuare a svolgere la propria attività oltre l’età pensionabile.