Mismatch domanda-offerta di lavoro: l’AD Amoroso intervistato da Il Mattino
Il Presidente del CdA e AD di Generazione Vincente S.p.a è stato intervistato da Il Mattino
Alfredo Amoroso, Presidente del CdA e AD di Generazione Vincente S.p.A., è stato intervistato da Nando Santonastaso per l’edizione odierna de “Il Mattino”, che ha affrontato la tematica del mismatch domanda – offerta di lavoro e del ruolo delle agenzie di somministrazione.
Il divario domanda-offerta
“Abbiamo avuto in questi mesi un autentico boom di richieste da parte delle aziende di cui ci occupiamo, ma le vacancy sono ancora tante”, ha spiegato Alfredo Amoroso. Ci sono figure che si ha difficoltà a reperire: dagli ingegneri elettronici ai cuochi, dai tecnici della green economy e della sostenibilità ambientale ai camerieri, agli elettricisti, perfino agli operai edili. L’ultimo rapporto Excelsior di Unioncamere e Anpal ha stabilito che il mismatch in Italia, nel 2021, ha raggiunto un tasso del 32,2%, quasi sei punti in più rispetto al 2019.
Le cause
Ma quali sono le motivazioni di questo gap? Da una parte, l’assenza di candidati; dall’altra, la poca preparazione alle rinnovate esigenze del mondo imprenditoriale. Sei imprese italiane su dieci vogliono assumere sfruttando anche le risorse europee, ma il divario Nord-Sud sull’occupazione si attesta ancora a 20 punti percentuali. Si assume poco sia perché non si trovano competenze adeguate nei candidati, sia perché molte aziende propongono contratti a tempo rimandando la stabilizzazione. Ma allora come se ne esce?
Il parere dell’AD Amoroso
“Le imprese vogliono comunque assumere perché sanno che se non investono su tecnici e operai specializzati non faranno molta strada – spiega l’Ad Amoroso -. Ma dal versante della domanda si chiede che l’azienda sia sostenibile a tutto tondo. Nessuno accetta un lavoro al buio. Né si può dimenticare che oggi le imprese, tra sgravi e incentivi, hanno grandi margini per assumere a condizioni molto convenienti. Se non lo fanno è perché prevale in questa fase una certa flessibilità, per così dire: ma la nostra esperienza dimostra che il 70% dei contratti viene poi stabilizzato”. E in questo ha un ruolo fondamentale la formazione, ma anche qui non mancano incognite: “Riconvertire a 23-24 un giovane laureato per impiegarlo in attività del tutto differenti dai suoi studi è complicatissimo” conclude Amoroso.
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