Lavoro in somministrazione in Italia: modifiche e prospettive
Retribuzioni in Aumento e Cambiamenti Demografici
Il panorama del lavoro in somministrazione continua a evolversi nel 2024, con significativi cambiamenti registrati nel corso degli ultimi anni. Il lavoro in somministrazione in Italia ha subito diverse trasformazioni negli ultimi anni, come evidenziato dall’ultimo rapporto di Assolavoro Datalab. Questo settore, che impiega un numero significativo di giovani e donne, si sta adattando a un contesto economico in evoluzione.
Retribuzione e Ore Lavorate
Nel 2023, la retribuzione oraria media lorda per i lavoratori in somministrazione è salita a 13,4 euro, segnando un aumento del 3,9% rispetto all’anno precedente. La retribuzione mensile lorda è passata dai 1.541 euro del 2022 ai 1.584 euro del 2023, con un incremento del 2,8%. Tuttavia, il totale delle ore lavorate ha subito una contrazione del 3,5%, passando da 736 milioni di ore nel 2022 a 710 milioni nel 2023.
Composizione Demografica
I giovani sotto i 35 anni rappresentano una parte significativa della forza lavoro in somministrazione, costituendo il 53,8% del totale. Questo dato è particolarmente rilevante se confrontato con il 22,8% degli occupati in generale. La quota di lavoratori over 50 è del 15,6%, mentre i giovani fino a 24 anni costituiscono il 21,1% degli occupati in somministrazione, contro il 5% dell’intera economia.
Anche la presenza femminile è in aumento, con le donne che rappresentano il 41% della forza lavoro in somministrazione nel 2023. Le donne hanno contribuito per il 39,8% al totale delle ore lavorate.
Il numero medio mensile di occupati in somministrazione è stato di 499.000 unità nel 2023, rispetto ai 515.000 del 2022. Questa diminuzione è stata influenzata soprattutto dalla riduzione dei contratti a termine, che sono scesi del 9,2%. Al contrario, i lavoratori con contratti a tempo indeterminato sono aumentati, raggiungendo un picco storico di 144.000 unità a dicembre 2023, con un incremento dell’8,5% rispetto al 2022.
Distribuzione Geografica e Settoriale
Il Nord Ovest dell’Italia continua a trainare la domanda di lavoro in somministrazione, assorbendo il 41,1% degli occupati, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al 2022. Il Nord Est ha registrato un calo, occupando il 31,1% della domanda, mentre il Mezzogiorno ha visto solo il 12% degli occupati, a fronte del 26,7% degli occupati totali. Nel Centro Italia, il 15,7% dei lavoratori in somministrazione si trova in questa area, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2022.
Settorialmente, oltre la metà dei lavoratori in somministrazione opera nel terziario (51,3%), un aumento di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’industria in senso stretto assorbe il 45,9% degli occupati, nonostante una riduzione di 1,3 punti percentuali. Le costruzioni rappresentano il 2,5% degli occupati in somministrazione.
La maggioranza dei lavoratori in somministrazione (52%) ha un titolo di studio medio o elevato, con il 56,7% che possiede un diploma di istruzione secondaria superiore. La quota di laureati o con titoli di istruzione terziaria è del 12,5%. La tendenza a lungo termine mostra una diminuzione dei lavoratori con titoli di studio bassi, che nel 2023 rappresentano il 30,7%, rispetto al 31,1% del 2022.
Conclusioni
Il mercato del lavoro in somministrazione in Italia riflette una dinamica complessa, con retribuzioni in aumento ma ore lavorate in diminuzione. Il settore continua a essere caratterizzato da una significativa presenza di giovani e donne, con una crescente stabilità lavorativa grazie all’aumento dei contratti a tempo indeterminato. Le aziende devono continuare ad adattarsi a queste tendenze per garantire un ambiente di lavoro inclusivo e produttivo.
Per ulteriori dettagli e approfondimenti sulle tendenze del lavoro in somministrazione in Italia, si invita a consultare il rapporto completo di Assolavoro Datalab.
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Fonte: Articolo di Giorgio Pogliotti, Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore
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