L’approccio normativo europeo e nazionale alle categorie svantaggiate
Promuovere l'inclusione nel mercato del lavoro
Nel contesto normativo delineato dal regolamento Ue 651/2014, le categorie dei lavoratori svantaggiati emergono come focus cruciale per interventi legislativi volti a facilitare il loro inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro. Queste categorie includono individui privi di un impiego regolare da almeno sei mesi, giovani under 25, persone senza diploma di scuola media superiore, individui over 50, donne in settori specifici e altre categorie ritenute vulnerabili.
Il concetto di “svantaggio” giustifica l’implementazione di benefici normativi, conformemente al principio di uguaglianza sostanziale, al fine di aumentare le opportunità di ricollocazione per questi lavoratori. Un esempio tangibile di tale implementazione è rappresentato dal lavoro in somministrazione.
Le agenzie per il lavoro possono assumere personale in somministrazione solo mediante contratti subordinati a termine, a tempo indeterminato o in apprendistato. Questa modalità di impiego offre alle aziende la possibilità di beneficiare degli incentivi economici legati al costo del lavoro sostenuto, indipendentemente dall’impiego diretto o tramite somministrazione di lavoratori svantaggiati.
Per esempio, le deroghe ai limiti di contingentamento, previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva, non si applicano quando si tratta di impiegare lavoratori svantaggiati tramite somministrazione. Questo significa che le aziende possono utilizzare questa forma di lavoro flessibile senza restrizioni numeriche, facilitando l’occupazione di categorie vulnerabili del mercato del lavoro.
In sintesi, l’appartenenza a una categoria svantaggiata offre una via privilegiata per il reinserimento lavorativo, particolarmente amplificata nel contesto della somministrazione di lavoro. Questo approccio non solo promuove l’inclusione sociale ed economica, ma anche l’adeguamento alle normative vigenti senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Fonte: Articolo di Rosario Salimbene, Responsabile area legale e sindacale di Assolavoro
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