La stabilità dei contratti a tempo indeterminato in somministrazione

I contratti a tempo indeterminato in somministrazione si confermano una tipologia di contratto stabile. L’indeterminato in somministrazione, infatti, garantisce la permanenza del dipendente nel mondo del lavoro meglio di qualsiasi altra forma di contratto di lavoro. Analizziamo i dati a riguardo.

Aumento di contratti stabili secondo i dati di Assolavoro

Facendo un bilancio su alcuni dati elaborati dall’Osservatorio Assolavoro Datalab, pare che la maggior parte dei dipendenti, che hanno abbandonato un contratto a tempo indeterminato nella somministrazione, abbiano trovato spazio nel mercato del lavoro sempre con un contratto stabile. In particolare, se a inizio anno i dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato sono stati 100, alla fine dell’anno saranno ben 85 a restare nella medesima situazione contrattuale.

Stabilizzazione dei talenti

Le Agenzie per il Lavoro, come spiega infatti Francesco Baroni, presidente di Assolavoro, avrebbero ormai da tempo compreso la centralità dell’individuo e della sua professionalità, tema estremamente discusso nell’attuale società; proprio per questo, le Agenzie per il Lavoro tendono a “stabilizzare i talenti” al punto da consentire ai lavoratori l’accesso ad un contratto a tempo indeterminato. Del resto, ancora secondo Baroni, l’effettivo coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro private porrebbe luce sulle svariate criticità dell’attuale mercato del lavoro; criticità che, a riprendere il discorso del presidente di Assolavoro, andrebbero superate con impellenza.

In ogni caso, la somministrazione conferma il suo peso e il suo valore: a luglio gli occupati a tempo indeterminato hanno raggiunto 141mila unità (rap-presentano il 27,5% degli occupati tramite Agenzia). Nel 2022 dagli 11mila occupati di gennaio 2022 si è passati agli oltre 132mila del mese di dicembre 2022 (dunque un +19,9% sull’anno).