Il Collegato Lavoro è legge: questioni risolte e nuove criticità
L'editoriale di Eufranio Massi
Cosa cambia nel panorama normativo?
Il giorno 11 dicembre u.s. Il Senato ha dato il via libera definitivo al c.d. “Collegato Lavoro” che avrebbe dovuto accompagnare la legge di bilancio dell’anno in corso.
Un intervento normativo complesso: chiarimenti e vuoti riempiti
L’articolato non si presenta come un disegno organico volto a regolamentare istituti inerenti ai rapporti di lavoro, ma come un complesso di norme che, su vari temi, interviene per chiarire alcuni punti oggetto di particolari criticità (è il caso, ad esempio, della interpretazione autentica relativa alla qualificazione delle attività stagionali nei contratti a tempo determinato), o per riempire alcuni vuoti normativi (ad esempio, i requisiti minimi relativi al patto di prova nei contratti a termine), o per chiarire i termini temporali per la comunicazione dell’accordo sul lavoro agile, o per definire una nuova disciplina relativa alle dimissioni per fatti concludenti o, infine, per introdurre una serie di disposizioni “liberalizzanti” in materia di somministrazione.
Su questo blog ho già avuto modo di affrontare alcune questioni operative correlate a norme di particolare importanza: l’ho fatto nelle scorse settimane (leggi anche), quando il disegno di legge era ancora all’esame del Parlamento, sulla base di riflessioni che nascevano da un primo, parziale, esame delle disposizioni.
Molte cose saranno da chiarire e qui, a prescindere da possibili contenziosi giudiziari legati, talora, a disposizioni scritte in maniera poco felice, molto importanti saranno le indicazioni amministrative che (si spera, in tempi brevi) giungeranno sia dal Ministero del Lavoro, che dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro che, infine, dall’INPS (quest’ultimo, soprattutto, sulla dilazione dei debiti contributivi e sul potenziamento dell’attività di accertamento di elusioni e violazioni in ambito contributivo e della riscossione degli importi non versati).
La nuova figura contrattuale
Il Collegato Lavoro ha previsto anche una nuova figura contrattuale, al momento limitata alle imprese con un organico superiore alle 250 unità, in cui sarà possibile, a determinate condizioni, coniugare un rapporto di lavoro subordinato a tempo parziale (non oltre la metà dell’orario previsto dal contratto collettivo) con un altro autonomo con soggetti iscritti ad albi o registri professionali o che esercitano attività libero professionali, con facilitazioni fiscali per questi ultimi attraverso l’applicazione del regime forfettario. Per la verità, la disposizione parla anche della possibilità riservata anche ai lavoratori dipendenti non iscritti agli albi in una logica di coinvolgimento delle parti sociali aziendali attraverso il contratto di prossimità ex art. 8 del decreto legge n. 138/2011.
Prospettive future: webinar per approfondire le novità
Su questi ed altri argomenti strettamente correlati (penso, ad esempio, al risarcimento del danno nei contratti a tempo determinato illegittimi o alla proroga al 31 dicembre 2025 della possibilità di definire le causali nei contratti a termine a livello di accordo tra datore di lavoro e lavoratore, in mancanza di determinazioni delle parti sociali) parlerò, unitamente ad altri amici, nel webinar che Generazione Vincente ha programmato per le ore 15 del 17 gennaio 2025): vi aspetto numerosi!
Termino, infine, questa breve nota formulando a tutti coloro che mi leggono settimanalmente i miei più sinceri auguri di buon Natale e felice anno nuovo.
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