Il benessere aziendale migliora la produttività

Il benessere aziendale dei dipendenti incide in maniera determinante sulla crescita del business e sui risultati: promuoverlo fa la differenza.

Il benessere aziendale migliora la produttività

Va ormai di moda parlare di benessere aziendale. Ma cosa riguarda questo aspetto? E come si può ottenere in azienda?

La definizione di “benessere organizzativo aziendale” si deve ad Avallone e Bonaretti che nel loro libro del 2003 lo descrivono in questi termini: “la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione o ruolo”. In parole povere il benessere aziendale rappresenta una sorta di termometro per misurare il clima interno aziendale.

Il modo in cui i dipendenti vivono l’azienda – a trecentosessanta gradi – ha inevitabilmente dei risvolti, sull’ambiente, sul team, ma soprattutto sull’azienda stessa. È infatti dimostrato da numerosi studi come l’efficienza e i risultati siano migliori in ambienti di lavoro positivi, nei quali i collaboratori si dicono soddisfatti del clima che si respira in ufficio.

I programmi di welfare aziendale

L’attenzione alla salute, ai comfort e in generale alla qualità della vita dei propri collaboratori è un fattore percepito come sempre più determinante per organizzazione e imprenditori perché riflette la produttività e la crescita del business. Per questa ragione oggi i programmi di welfare aziendale rappresentano uno strumento davvero efficace a disposizione delle aziende che intendono supportare l’equilibrio tra vita lavorativa e privata delle persone, ottenendo un generale miglioramento del clima, che favorisce l’aumento della motivazione e una conseguente maggiore fidelizzazione e incremento delle performance aziendali.

Il welfare aziendale parte dalla cultura cosiddetta “human centered”, che pone al centro delle azioni le esigenze della persona, sino ad arrivare a benefit concreti e non monetari defiscalizzati offerti ai dipendenti e in generale alla gestione del clima aziendale: tutte valide leve che un imprenditore può attivare per creare luoghi di lavoro sani e avere dipendenti felici e che soprattutto riflettano il loro desiderio di essere coinvolti nel proprio lavoro. Il benessere organizzativo è alla base della cultura aziendale.

Peraltro, ambienti di lavoro positivi attraggono le persone migliori: come dimostrato dall’indagine “Close the Employee Experience Gap – Allineare le percezioni tra la funzione HR e i dipendenti per migliorare l’esperienza delle persone e favorire il successo dell’azienda”, il 70% dei leader HR rileva un miglioramento nella propria capacità di attrarre i talenti e il 68% dei dipendenti afferma che probabilmente raccomanderà delle persone per posizioni vacanti. Tali dipendenti sono anche più inclini a rimanere, infatti il 65% degli intervistati HR riferisce miglioramenti nei tassi di fidelizzazione e il 70% dei dipendenti afferma di essere più incline a restare in un’azienda che offre una buona esperienza.

Benessere aziendale e salute psicologica

La mancanza di benessere organizzativo incide anche e soprattutto sulla salute psicologica dei dipendenti: questo vale ancora di più in questo periodo, durante un’emergenza sanitaria che ha radicalmente trasformato sedi e modalità di lavoro  e che ha anche accentuato la paura per la perdita del posto.

Il lavoro in sé, infatti, fornisce un contributo fondamentale alla salute mentale e al benessere offrendo opportunità per le interazioni sociali, l’autostima, la soddisfazione e, ovviamente, la fonte di reddito. Ogni realtà aziendale dovrebbe quindi considerare attentamente l’importanza del benessere professionale: il punto di partenza è investire nella cultura organizzativa, incentivando la capacità di osare senza timori, premiando le persone di talento, creando percorsi di formazione continua, un ambiente disteso e motivante, oltre che occasioni di condivisione anche informali tra i dipendenti.

Quali sono i fattori rilevanti in ottica “benessere organizzativo aziendale”?

Sono diversi i fattori che incidono sul benessere aziendale, tra questi ultimi quelli che intervengono maggiormente sul clima che si respira in azienda e, di fatto, sui risultati sono:

  • la soddisfazione – i dipendenti meno soddisfatti della propria vita si assentano 1,25 giorni al mese in più rispetto ai colleghi (15 giorni all’anno non sono certo pochi…) – che, soprattutto in ambito vendita, impatta sui risultati proprio per il senso di appartenenza ed impegno che i dipendenti insoddisfatti lasciano indubbiamente trapelare;
  • la promozione di una salda cultura aziendale, che fa sì che i dipendenti si sentano parte integrante di un gruppo e soprattutto parte di un processo di miglioramento volto ad un obiettivo finale – collettivo ma anche singolo -, quindi tutti quei valori che rappresentano l’azienda, da trasmettere sia all’interno che all’esterno;
  • un ambiente di lavoro favorevole non equivale solamente a premi, incentivi o benefit, ma anche a programmi personalizzati che favoriscano la conciliazione tra vita lavorativa e vita sociale. È il cosiddetto Work life balance, il cui obiettivo è la ricerca e il raggiungimento del “bene per tutti”, che si traduce nel miglioramento della qualità della vita;
  • oltre a condizionare il comportamento, il clima aziendale influenza inoltre fortemente la capacità di concentrazione, a sua volta strettamente connessa alla motivazione: quando amiamo ciò che facciamo, infatti, riusciamo a concentrarci praticamente senza sforzo, perché il desiderio è capace di mantenere naturalmente alto il focus e soprattutto farci visualizzare nitidamente l’obiettivo;
  • lo stress, che viene percepito quando si ha a che fare con obiettivi troppo sfidanti rispetto alle proprie capacità e competenze. Se gli impegni arrivano a far sentire sopraffatti, è molto probabile che si perda la concentrazione e si entri in uno stato di ansia. In questa particolare situazione, la nostra performance e la nostra soddisfazione rischiano di abbassarsi notevolmente, proprio per la difficoltà a mantenere elevata la concentrazione.

Questo significa che, per ottenere il benessere aziendale, è sufficiente approfondire le necessità di ogni risorsa, curarne i bisogni, personalizzare le iniziative ed assicurarsi che queste siano ugualmente rivolte ad ogni tipo di esigenza.

Sempre riguardo allo studio “Close the Employee Experience Gap”, secondo gli intervistati i fattori che determinano un datore di lavoro ideale sono:

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Welfare e HR: raccordo fondamentale

Come abbiamo visto, un clima di lavoro piacevole e accogliente è indispensabile per mettere i lavoratori a loro agio, motivarli e spingerli a dare il meglio di sé: centrale, in tal senso, è la figura dell’HR, il cui compito consiste soprattutto nell’impegno a fare squadra, a dare il buon esempio e a motivare correttamente i lavoratori, ad esempio attraverso attività formative e team building.

Altro aspetto di fondamentale importanza per l’HR è l’ascolto attivo, per riuscire ad instaurare un contatto con ogni singolo lavoratore e per far sì che quest’ultimo possa tramutarsi in un rapporto significativo, anche se solo di natura professionale.

Ascoltare attivamente significa riuscire ad empatizzare con le necessità o le eventuali problematiche dell’altro, entrare in contatto emotivo e comprenderne a fondo i bisogni: questo lavoro di ascolto è fondamentale per stilare un programma di welfare aziendale che rispecchi i reali desideri e le vere esigenze dei dipendenti, garantendo benefit che siano di valore e di gradimento per tutti.

Conclusioni

In conclusione, possiamo sicuramente affermare che il benessere aziendale sia un processo multi-dimensionale dalle mille sfaccettature e parte di un binomio imprescindibile tra ambiente di lavoro e lavoratori, per cui si presuppone che a monte, nell’ottica di un miglioramento di tale aspetto della vita del lavoratore e dell’azienda, ci sia quella caratteristica essenziale che fa di ogni rapporto un rapporto vincente, ovvero la fiducia.

Gli strumenti per promuovere e tutelare il benessere in azienda sono molti e diversificati e metterli in atto – ora più che mai – è una scelta non solo valoriale ma anche strategica, per aumentare la brand awareness, il volume d’affari e le opportunità di crescita, adottando una mentalità vincente per il mercato attuale e per il futuro.

Le aziende oggi hanno bisogno di trattenere i propri talenti, che a loro volta sono alla ricerca di opportunità per esprimersi al meglio, per questo è necessario che si sentano apprezzati, motivati a fare bene e stimolati nell’espressione del loro potenziale e le iniziative di welfare aziendale costituiscono il principale veicolo per mettere i lavoratori nelle condizioni migliori per spiccare il volo.

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