Chi sono i NEET e perché non trovano lavoro?
Una breve analisi del fenomeno e delle implicazioni
Il termine NEET, acronimo inglese di “Not in Education, Employment, or Training“, si riferisce ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati in percorsi di istruzione, lavoro o formazione. Questo fenomeno rappresenta una delle sfide più rilevanti per il mondo del lavoro e della formazione in Italia, con implicazioni significative sia a livello sociale che economico. Ma chi sono esattamente i NEET, perché non riescono a trovare lavoro e quali soluzioni possono essere implementate per affrontare questo problema?
I NEET costituiscono un gruppo eterogeneo, includendo giovani provenienti da diverse realtà socio-economiche e geografiche. Secondo le recenti rilevazioni dell’Istat, in Italia ci sono circa 2,1 milioni di giovani NEET, con una percentuale tra le più alte d’Europa (16,1% rispetto all’11,2% della media UE nel 2023). Questo gruppo è ulteriormente suddiviso in due principali categorie:
- NEET delle Aree Metropolitane: Questi giovani sono spesso coinvolti nell’economia informale e presentano una maggiore indipendenza economica. Molti di loro svolgono “lavoretti in nero” e partecipano attivamente alle reti sociali locali.
- NEET delle Aree Rurali: Caratterizzati da un minore accesso all’istruzione e alle opportunità lavorative, questi giovani tendono a dipendere maggiormente dalla famiglia e mostrano una minore partecipazione alle attività sociali.
Perché i NEET non trovano lavoro?
Le ragioni per cui i NEET non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro sono molteplici e complesse. Alcuni dei principali fattori includono:
- Disparità nell’accesso all’istruzione: L’accesso all’istruzione rappresenta uno dei principali ambiti di disuguaglianza. Solo il 9,6% dei NEET nelle aree rurali ha conseguito una laurea o un diploma, rispetto al 65,3% dei loro coetanei nelle aree urbane. La scarsità di istituzioni educative di qualità nelle zone rurali e le limitate opportunità di accesso a programmi di istruzione superiore e formazione professionale contribuiscono a questa marcata differenza.
- Mancanza di autonomia economica: L’autonomia economica è un altro settore dove emergono forti disparità. Il 50% dei giovani nelle aree metropolitane dichiara di essere economicamente indipendente, spesso grazie a lavori che permettono loro di emanciparsi dalla famiglia. In contrasto, nelle aree rurali, la percentuale di giovani economicamente indipendenti è significativamente inferiore, a causa della mancanza di opportunità lavorative stabili e ben remunerate.
- Isolamento sociale e carenza di reti di supporto: Le interazioni sociali, fondamentali per lo sviluppo personale e professionale, sono notevolmente ridotte nelle aree rurali. I giovani NEET nelle città possono usufruire di una rete di supporto più ampia e diversificata, mentre quelli nelle zone rurali spesso sperimentano isolamento sociale, che può portare a sentimenti di solitudine e depressione.
- Economia informale: Un’alta percentuale di NEET, specialmente nelle aree metropolitane, è coinvolta in attività lavorative informali. Questo fenomeno, se da un lato permette una certa indipendenza economica, dall’altro impedisce l’accesso a lavori regolari e sicuri, limitando le prospettive di carriera a lungo termine.
Possibili soluzioni per approcciarsi al problema
Affrontare il problema dei NEET richiede un approccio multidimensionale e interventi mirati. Alcune delle soluzioni possibili includono:
- Migliorare l’accesso all’istruzione: È fondamentale potenziare l’offerta educativa nelle aree rurali, garantendo l’accesso a istituzioni educative di qualità e a programmi di formazione professionale. Questo può essere realizzato attraverso investimenti infrastrutturali e l’implementazione di corsi online per superare le barriere geografiche.
- Promuovere l’autonomia economica: Incentivi mirati per l’assunzione di giovani svantaggiati possono aiutare a creare opportunità lavorative stabili. Bonus fiscali e deduzioni per le aziende che assumono NEET possono rendere più attraente l’inclusione di questi giovani nel mercato del lavoro.
- Investire nella formazione digitale: Progetti che offrono percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro gratuiti in ambito digitale, rappresentano un esempio efficace di come la formazione possa colmare il gap di competenze richieste dal mercato del lavoro. L’implementazione di corsi online permette una partecipazione più ampia e inclusiva.
- Contrastare il lavoro nero: È essenziale promuovere politiche che incentivino la regolarizzazione del lavoro, fornendo alternative valide e sicure ai giovani coinvolti nell’economia informale. Questo può includere misure di sostegno economico e programmi di inserimento lavorativo.
Conclusione
Il fenomeno dei NEET rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio integrato e interventi mirati. Migliorare l’accesso all’istruzione, promuovere l’autonomia economica, investire nella formazione digitale e contrastare il lavoro nero sono passi cruciali per sostenere questi giovani e ridurre le disuguaglianze. Solo attraverso politiche inclusive e investimenti mirati si potrà garantire a tutti i giovani, indipendentemente dal contesto geografico, la possibilità di realizzare il proprio potenziale e contribuire attivamente alla società.
L’analisi qui presentata si basa su dati e approfondimenti forniti da Il Sole 24 Ore. L’argomento è stato discusso anche durante un convegno tenutosi il 31 luglio 2024, nella suggestiva cornice del Castello dell’Ettore di Apice (BN). L’evento ha raccolto una vasta platea di partecipanti, tra cui figure istituzionali, imprenditori e accademici, con l’obiettivo di esaminare le cause e proporre soluzioni concrete per uno dei problemi più urgenti del mercato del lavoro contemporaneo.
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