Cassazione: estorsione in danno di lavoratrice
Secondo la Cassazione, il datore di lavoro che costringe un dipendente a firmare un foglio in bianco e a ritrattare le proprie dichiarazioni rilasciate agli ispettori dell’INAIL commette il reato di estorsione
Con la sentenza n.629 dell’11 gennaio 2023, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul reato di estorsione commesso da un datore di lavoro nei confronti di una lavoratrice.
Nello specifico, la sentenza ha riguardato il caso di un datore di lavoro che, sotto minaccia di licenziamento, aveva chiesto alla propria lavoratrice di firmare un foglio in bianco e di ritrattare le dichiarazioni rese agli ispettori dell’INAIL.
Secondo la Cassazione, il datore di lavoro che costringe un dipendente a firmare un foglio in bianco e a ritrattare le proprie dichiarazioni rilasciate agli ispettori dell’INAIL commette il reato di estorsione, in quanto, in base alla definizione di estorsione fornita dal Codice penale italiano, il reato avviene nel momento in cui si obbliga una persona a compiere o meno un atto, mediante violenza o minaccia di una conseguenza futura, con l’intento di procurarsi ingiustamente profitto per sé o per altri.
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