Ministero del Lavoro, cresce ancora l’occupazione: i dati
I dati sulla situazione del mercato del lavoro relativamente ai primi mesi del 2023 in un report redatto da MLPS, Banca d'Italia e Anpal
Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali (MLPS), con la Banca d’Italia e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), ha redatto un report sulla situazione del mercato del lavoro relativamente ai primi mesi del 2023, utilizzando due fonti informative: le Comunicazioni obbligatorie e le Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro, rispettivamente aggiornate una al 30 aprile 2023 e l’altra al 28 febbraio 2023.
L’occupazione continua a crescere
Come si evince dai grafici contenuti nel documento (consultabile qui), prosegue il trend positivo dell’occupazione, che nei mesi di marzo e aprile 2023 ha continuato ad aumentare a ritmi sostenuti. In questi due mesi sono stati creati oltre 100.000 posti di lavoro, al netto delle cessazioni, un valore simile a quello del primo bimestre e superiore sia agli andamenti medi del 2022, sia a quelli del 2019, prima della pandemia di COVID-19. La maggioranza dei posti di lavoro creati, circa il 70%, sono stati a tempo indeterminato.
Turismo settore traino
Quello turistico continua ad essere il settore traino nella crescita, con circa 40.000 posti creati nei primi due mesi dell’anno, praticamente un terzo del totale. Occupazione in salita anche nell’industria, nelle costruzioni e nei settori manifatturieri a maggiore intensità energetica.
Contratti a termine rafforzati
Parallelamente all’incremento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, anche la tendenza di quelli a termine è in crescita. Il saldo di questi ultimi, nei mesi di marzo e aprile, è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35.000 posizioni da 15.000). Su questa ripresa, però, ha influito la forte crescita del comparto turistico, in cui i rapporti di lavoro di breve durata sono più diffusi. Continua a decrescere il tasso di licenziamento, la cui riduzione è iniziata a metà 2022. Le dimissioni, dovute soprattutto alle transizioni da un impiego a un altro, rimangono invece su livelli più elevati rispetto al periodo precedente la crisi sanitaria.
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