Il Ministro Orlando: “Riservare quote di assunzioni per le donne”
Il Ministro Orlando, ai microfoni di Metropolis, ha approfondito le tematiche legate all'occupazione femminile e al Pnrr: le sue dichiarazioni
Occupazione femminile, Pnrr e qualità del lavoro. Sono questi i temi principali che il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha approfondito ai microfoni di Metropolis, il podcast del gruppo Gedi. I dati Istat mostrano una crescita dell’occupazione con numeri al pari di quelli del febbraio 2020, addirittura migliorati per donne e giovani tra i 25 e i 34 anni. Il dato, però, va letto in parallelo ad un altro: la popolazione nel frattempo è diminuita. Ecco perché il focus sullo sviluppo di impiego deve restare accurato e minuzioso, come specificato dal Ministro Orlando nel suo confronto con i giornalisti. Queste alcune delle tematiche approfondite:
Le dichiarazioni del Ministro Orlando
Occupazione femminile
“Tutti i datori di lavoro che hanno rapporti con la Pubblica amministrazione dovrebbero essere obbligati ad assumere almeno il 30% di donne e giovani. Dobbiamo assolutamente migliorare le infrastrutture sociali e la qualità del lavoro. Il tasso di occupazione femminile è più alto nei Paesi in cui ci sono più asili nido. Se costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, tante sono obbligate a rimanere a casa rinunciando alla carriera. E questo pesa anche sulla composizione della classe dirigente”.
Qualità del lavoro
“Questo è l’altro aspetto, l’abbiamo visto con la pandemia. Donne e giovani hanno troppo spesso lavori precari, che hanno perso durante questi due anni terribili. Non possiamo pensare che la competitività in Italia si realizzi tutta con un dumping sul costo del lavoro e con la riduzione delle garanzie per alcuni comparti produttivi”.
Pnrr
“Le risorse (4,4 miliardi di euro per il reinserimento lavorativo dei disoccupati, ndr) serviranno a seguire i lavoratori che perdono il posto. Saranno cinque le tipologie, dalla formazione all’aggiornamento, e si accompagneranno agli ammortizzatori sociali e al sostegno al reddito, anche con percorsi collettivi. Prendiamo ad esempio alcune grandi crisi industriali: nel caso arrivi un nuovo imprenditore, andremo a sostenere la formazione necessaria per il cambio dell’attività dei lavoratori”.
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